
Zardino non esiste più. Era un tempo un villaggio sulle rive del fiume Sesia, cancellato da un evento misterioso. Oltre quel nulla di oggi c’è la storia di una ragazza, Antonia, che visse tra il 1590 e il 1610, c’è un teatrino di figure che si muovono attorno a lei: a lei che fu “la strega di Zardino” , che subì a Novara un processo e una condanna. Dalla nebbia riemergono, come ombre in controluce, il vescovo Bascapè, il bandito Cavagna, gli schiavi delle risaie, i bambini abbandonati e destinati a una vita di umiliazione nelle case di carità, i “camminanti”, anarchici delle campagne, Biagio lo scemo… Infine, da questa giostra ora malinconica ora terribile come una roulette russa, si staglia un orizzonte ampio e nitido, una cartolina dai colori scintillanti, al cui fondo si innalza, come una chimera, un colosso di granito e di ghiaccio, il Monte Rosa. [da: https://premiostrega.it/PS/libro/la-chimera/]. Tra i luoghi citati di Novara: la chiesa di San Michele fuori le mura, il sobborgo di San Martino, il Duomo, Porta sant'Agabio, il Palazzo del Vescovo, Borgo e Porta San Gaudenzio, la Canonica, Piazza San Quirico, l'attuale area di piazza Gramsci. Disponibile presso la Biblioteca civica Negroni: https://upo.sebina.it/opac/resource/la-chimera/UPO0435683?sysb=BassoNovarese